Monumento: Abbazia di Santa Giustina - Padova

                               
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Indirizzo : Via Giuseppe Ferrari, 2A, Padova
Riferimenti: Tel. 0498220411 - email: segreteria@abbaziasantagiustina.org
Sito web: http://www.abbaziasantagiustina.org/
Legge di istituzione: Decreto Capo Provvisorio dello Stato - 29 novembre 1946 - n. 534
 
Proprietà: Congregazione Cassinese
Descrizione Storico Artistica: Nel tempo in cui la Patavium romana era nel suo massimo splendore, nella zona in cui ancora oggi sorge la Basilica e il Monastero di S. Giustina, c’era uno o più sepolcreti dell’aristocrazia pagana e un cimitero cristiano. Qui il 7 ottobre del 304 fu deposto il corpo della giovane Giustina, messa a morte perché cristiana, per sentenza dell’Imperatore Massimiano, allora di passaggio a Padova. Poco dopo il 520, ad opera di Opilione, prefetto del pretorio e patrizio, sorse la prima Basilica con l’attiguo Oratorio, decorata di marmi preziosi e di mosaici. Se ne ha una descrizione nel 565 in Vita S. Martini, Libro IV, 672-670, di Venanzio Fortunato. La Basilica cimiteriale oltre alle spoglie della Patrona della città e diocesi, fu arricchita di corpi e reliquie di molti santi, luogo di sepoltura prescelto dai vescovi. Divenne così, già nel secolo VI, meta di pellegrinaggi dal momento che il culto di S. Giustina era ormai diffuso nelle zone adiacenti al litorale adriatico. Bisogna risalire al 971 per avere notizie certe circa la presenza dei monaci benedettini neri a S. Giustina, e questo per merito del Vescovo di Padova Gauslino, il quale col consenso del suo Capitolo ristabilì un monastero sotto la Regola di S. Benedetto, dotandolo di beni territoriali, di chiese e cappelle in città e in campagna. Iniziò così lo sviluppo progressivo operato dai monaci, che tanti benefici apportarono a tutto l’agro padovano con le bonifiche terriere che trasformarono le immense paludi e le sterminate boscaglie in distese di fertilissime campagne. A questi anni si deve ascrivere la rimessa in luce dei Corpi dei Santi, che opportunamente il popolo padovano nascose durante gli anni oscuri delle invasioni barbariche. Così il 2 agosto 1052 si esumarono i corpi di S. Massimo Vescovo, S. Giuliano, S. Felicità Vergine e dei SS. Innocenti; il 26 dicembre del 1075 tornò alla luce il corpo di S. Daniele, diacono e martire, poi nel 1174 il corpo di S. Giustina e nel 1177 quello di S. Luca Evangelista. Non mancarono le calamità: nel 1117 il terremoto che sconvolse tutta l’Italia settentrionale gettò a terra la Basilica di Opilione, restò però intatto il Sacello annesso, che possiamo ammirare ancora oggi. Nel contempo Enrico V spogliava i monaci di tutti i loro averi per punirli della loro fedeltà al Papa Pasquale II. Dalla lunga serie degli Abati di questo periodo si ha anche notizia della vita ascetica e spirituale dei monaci. Basti ricordare il Beato Arnaldo da Limena, lasciato morire in prigione dal tiranno Ezzelino da Romano, Nicola di Prussia che ebbe culto pubblico come beato, ed il Venerabile Ludovico Barbo che portò al massimo splendore il Monastero con la Riforma monastica da lui voluta e diffusa in tutta l’Europa, la Congregazione di S. Giustina “De Unitate”. Fu molto stretto anche il rapporto con l’Università degli Studi di Padova con scambio reciproco di professori. Si intensificarono anche relazioni con i più grandi dotti d’Europa e il campo degli studi si allargò sempre di più; ci fu una serie ben nutrita di cultori eminenti, non solo delle scienze sacre, ma anche delle belle lettere, della diplomatica, delle scienze naturali, delle matematiche e della numismatica. In questo contesto si sviluppò la Biblioteca esistente certamente fin dai tempi antichi come si può arguire dalla presenza nel suo seno di opere letterarie e di manoscritti preziosi. Si creò perfino una scuola di copisti e miniaturisti con Jacopo Zocchi e Palla Strozzi. Attraverso varie cessioni al Monastero, di intere pregevolissime biblioteche, quali la biblioteca del Conte Scipione Boselli e del celebre Giovanni Poleni, si ebbe accesso ad un patrimonio librario di circa 80.000 volumi. Il 1797 con l’avvento della Repubblica Cisalpina, vide la fine di tanto lavoro svolto in tanti secoli: furono messi sotto sequestro i beni del Monastero e furono spediti a Parigi i manoscritti e le edizioni più preziose della Biblioteca; la Chiesa e il Monastero furono spogliati di arredi e opere di pregio. Nel 1806 furono confiscati i beni mobili e immobili e venduti a privati, la biblioteca fu posta sotto sigillo e l’anno seguente se ne permise la riapertura, ma la maggiore e migliore parte del fondo librario era sparita. Nel 1810 i monaci furono cacciati ed i beni immobili venduti a privati. Del monastero s’impossessò il demanio e fu spogliato d’ogni oggetto di valore; le cento pregevolissime pitture della pinacoteca passarono per la maggior parte al Comune. Il Monastero, consegnato dal governo francese a quello austriaco e da questo, a quello italiano, fu prima adibito ad ospizio di soldati invalidi, poi ad ospedale militare, poi a caserma. Talvolta nella guerra 1915-1918 servì da magazzino militare e da dormitorio alle truppe. Il 22 giugno 1917 Papa Benedetto XV ricostituì l’abbazia di Santa Giustina con tutti i suoi antichi diritti e privilegi, affidandone provvisoriamente l’amministrazione all’Abate della vicina Praglia, che vi pose una comunità di suoi monaci. Il 1° Novembre 1942 si costituì la comunità propria del monastero, la quale il 22 gennaio 1943 elesse, dopo 123 anni di interruzione, il nuovo Abate. Nel 1948, avendo il demanio militare retrocesso al demanio civile una parte dell’ex monastero, questa poté essere restituita alla destinazione primitiva. L’opera della Sovrintendenza ai Monumenti e del Genio Civile, il concorso generoso di enti pubblici e di persone private, ne procurarono il salvataggio e il ripristino.. (tratto dal sito www.abbaziasantagiustina.org )
 
Descrizione per il Visitatore: la Basilica di Santa Giustina si affaccia direttamente sul Prato della Valle e di questo rappresenta un angolo estremamente qualificato. La visione esterna della Basilica è diametralmente opposta rispetto alla vicina Basilica di Sant’Antonio; semplicità di linee, quasi totale mancanza esterna di marmi e con i mattoni con cui è stata realizzata la facciata in vista sono in contrasto con la variegata ricchezza che si ritrovano sulla facciata della Basilica di Sant’Antonio. Per i puristi dell’architettura non c’è confronto tra le due Basiliche con la Basilica di Santa Giustina che svetta per linearità e pulizia di impianto. In impianto realizzato attorno nei primi anni del 1500 con una struttura base di impianto romanico addolcita con visoni medioevali. La facciata è stata arricchita nei tempi recenti con un portale bronzeo e delle sculture in marmo bianco poste nelle lunette originariamente vuote. La visita interna della Basilica riserva molte sorprese: all’entrata si può notare la maestosità dell’impianto; un impianto che si può notare molto bene non essendoci presenti addobbi e/o allestimenti che limitino la visuale al viaggiatore. Ai due lati una serie di piccole cappelle accoglie piccole opere d’arte su cui vale la pensa di soffermarsi. Una curiosità che spesso non emerge nei trattati e nei documenti che illustrano la Basilica va riservata ad alcuni altari: in molte cappelline la parte frontale dall’altare riporta lavorazioni che sono dei piccoli capolavori su cui soffermare l’attenzione. Sono realizzati con una tecnica non molto consueta nel territorio veneto, era più abituale in Emilia Romagna e Marche, da dei maestri della lavorazione ella scagliola policroma che riuscivano a realizzare delle vere opere d’arte utilizzando spesso materiali poveri, quali il gesso, opportunamente finemente lavorati e trattati. Nella Basilica ogni cappella merita di soffermarsi per un breve esame, L’abside, cuore della Basilica, ha nell’altare maggiore il punto di riferimento perché custodisce al suo interno le spoglie mortali di Santa Giustina il frontone dell’altare vede un mosaico del maestro Corbelli che impreziosiscono il sacello. Sopra l’altare si staglia una bella pala del Veronese. Sotto l’abside è custodita la cripta non sempre visitabile. Particolare attenzione merita, poi, sulla sinistra dell’abside la cappella dedicata a San Luca Evangelista; la tradizione, avvalorata da alcune ricerche toriche, indica nel sarcofago marmoreo la tomba dei resti mortali dell’evangelista senza il cranio (custodito a Praga) e due ossa (una costola è conservata a Tebe). Dal lato destro dell’abside si accede al corridoi dei Martiri; finemente affrescato, e con un punto da dove è possibile vedere i resti della chiesa paleocristiana, è la porta di ingresso per accedere al sacello che custodisce le spoglie di San Prosdocimo primo Vescovo di Padova e protettore della città. Dal corridoio dei Martiri è possibile uscire dalla Basilica scendendo al livello della cripta su quello che è il piano di costruzione della basilica intera.
 
Visita per :  tutti
Costi: nessuno
Indicazioni per la visita:
Estivo feriale 7.30 - 12.00 e 15.00 - 20.00
Estivo festivo 6.30 - 13.00 e 15.00 - 20.00
Invernale feriale 8.00 - 13.00 e 15.00 - 20.00
Invernale festivo 8.00 - 13.00 e 15.00 - 20.00
La biblioteca è aperta con il seguente orario:
Dal Lunedì al Venerdì   8:30 - 12:30
Lunedì e Martedì pomeriggio  15:00 - 18:00
Sabato  9:00 - 12:00
All’interno della Basilica si trova un negozio dove è possibile acquistare, oltre ad oggetti sacri, creme e unguenti prodotti secondo antiche ricette dai Frati. La Basilica si trovo nel pieno centro della città di Padova; è facilmente raggiungibile con il metrobus (fermata Prato della Valle) che si può prendere utilizzando i due grandi parcheggi scambiatori presenti ai capolinea (Pontevigodarzere e Guizza); per chi vuole avventurarsi in città con l’auto poco distante dalla Basilica e dal Prato della Valle c’è il parcheggio di Piazzale Rabin molto ampio (anche per bus e camper) ma che in alcuni periodi non ha disponibilità di posti.
Tempo di visita /abbigliamento/varie: la visita della Basilica richiede 40/60 minuti; l’abbigliamento deve essere consono all’ambiente religioso.
 
Il Monumento e il territorio: la Basilica si trova nel centro della città di Padova e facilmente, a piedi o con l’aiuto del metrobus, si possono visitare i tesori della cultura cristiana: Sant’Antonio in primis con lo splendido Duomo di a cui si affianca il Battistero fino a giungere alla Cappella di Giotto; o della cultura civile con: Palazzo della Ragione, Piazza della Frutta e delle Erbe, Caffè Pedrocchi e Palazzo Bò …e tanto altro. Una visita alla città di Padova, se ben fatta, richiede almeno due giornate intense in cui il visitatore ha la possibilità di rimirare dei patrimoni artistico-culturali incredibili …senza dimenticare da dove si è partiti ..il Prato della Valle con la platea monumentale che lo contorna.
 
Fotogallery:
       
  Basilica di Santa Giustina Portale in Bronzo santa Giustina  
       
  Abside Snata Giustina Corridoio Santissimo Santa Giustina  
       
  Altare Santa Giustina Altare Santa Giusina  
       
  San Luca Evangelista Corridoio martiri  
       
  Corridoio martiri Corridoio Martiri  
       
  Corridoio Martiri  Cripta di San Prosdocimo   
       
  Esteno cripta   
       
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